DAL MARE ALLE STELLE: LO ZODIACO DI MARISA CARABELLESE

DAL MARE ALLE STELLE: LO ZODIACO DI MARISA CARABELLESE.

Donna vestita di color celeste con una corona di stelle in capo. Porterà alle spalle l’ali. Nella destra mano terrà un Scettro, nella sinistra una sfera et a canto un’Aquila. Astrologia che è parola venuta dal Greco suona nella nostra lingua ‘ragionamento di stelle’, le quali si considerano in quest’arte, come cagioni de gli effetti contingenti dell’huomo o della natura”. Con queste parole, nella sua Iconologia, Cesare Ripa descriveva una delle iconografie canoniche della scienza astrologica, da sempre foriera di controverso fascino. Suoi elementi classici come i segni zodiacali sono stati nei secoli valutati quali (cito Giorgio Schianchi) “espressione del pieno inserimento cosmico della condizione umana” o confinati, alla stregua di superstiziosa paccottiglia, nei meandri di un arcano incantatore, privo di qualsiasi scientifico fondamento.
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MARIA ADDAMIANO E L'ARTE SACRA

MARIA ADDAMIANO E L'ARTE SACRA, in IL SACRO DI MARIA ADDAMIANO, 2015.

Esistono artisti naturalmente dotati della grazia di uno sguardo “azzurro”, capace di trasfigurare la realtà e coglierne la poesia. Maria Addamiano ne rappresenta un felice esempio. L’artista molfettese, con evangelica umiltà, conduce la sua sfida finalizzata a illuminare materiali di scarto, ad adottare tecniche povere non per contrapporre – come Pistoletto – l’idealità del Bello al concreto emergere della realtà, ma perché stracci e carta possano dischiudersi, come ostriche, a disvelare perle di bellezza.

PANTALEO MEZZINA E CITTÀ IDEALI NELL'ARTE DI PANTALEO MEZZINA

ARABESCHI DELL'ANIMA E CITTÀ IDEALI NELL'ARTE DI PANTALEO MEZZINA, in 2015.

È nell'acquerello che Mezzina ha squadernato il proprio mondo interiore. Gli ha affidato quell'anelito al nitore, al lindore, al decoro che, dialogando con noi in merito alla sua arte, dichiara di coltivare nel suo spirito. Palese, Bitonto, soprattutto Molfetta assurgono a sogni di mattini e meriggi primaverili o autunnali, a scenari di avventi attesi con slancio fideistico. (...) È un piccolo mondo moderno, non ancora sommerso nel caos e nel brulichio di una vitalità soffocante; si avverte una sottocutanea saudade, intesa come desiderio di ritorno a una pre-dimensione, in cui lo spirito si percepiva a proprio agio.

SPAZI CELESTI E VOLI PSICHICI NELLA PITTURA DI MARIA ADDAMIANO

SPAZI CELESTI E VOLI PSICHICI NELLA PITTURA DI MARIA ADDAMIANO, in Maria Addamiano, Mysterium Naturae 2014.

L'Addamiano si muove nel borgo molfettese auscultandone le stagioni, catturando baluginii luccicanti sul pelago; sa percepire il battito silenzioso di ogni forma di still life; coglie scintille di varia umanità, tra i "fiori di strada" come nell'incedere orante e carico di promesse di timide spose o di dolci giovani madri. Interroga la storia sacra, per soffermarsi su categorie ormai archetipiche (l'albero del bene e del male) o sul mistero evangelico, che in pittura e scultura l'artista ha tradotto in forme convincenti e dotate di pathos e lirismo.

ADDAMIANO TRA "VERITÀ" E VISIONE EN PLEIN AIR

LE MURGE DI ADDAMIANO TRA "VERITÀ" E VISIONE EN PLEIN AIR, in ADDAMIANO 2014.

Le Murge di Addamiano emergono negli anni Ottanta come eremi di solitudine, in cui le vestigia umane si riscontrano esclusivamente nell'abitato in lontananza, nell'eco di masserie che introducono toni cromatici contrappuntanti o magari nelle tracce del lavoro dei campi. Bellissimi i garbugli di vigneti contemplati dall'alto, che, in alcune soluzioni, rasentano l'informale e riproducono l'arcano caos frutto dell'intreccio di natura e lavoro, binomio inscindibile di queste terre arse.

VITALISMO MELANCONICO E SOLARITÀ DELL'ARTE IN GIANLUCA DE COSMO

VITALISMO MELANCONICO E SOLARITÀ DELL'ARTE IN GIANLUCA DE COSMO, in DE COSMO 2014.

È un fenomeno molto interessante quello di Gianluca De Cosmo, artista figlio delle rivoluzioni del Novecento, soprattutto nella liberazione da atavici tabù, che però si volge indietro, perché conscio che la tradizione non costituisca solo un fastidioso fardello, da cui affrancarsi per non mutarsi in statua di sale.  Il paesaggio non sembra rappresentare il suo principale interesse, anche se notevoli risultano le sue letture psichiche dell'assolato mondo murgiano e i suoi spazi metropolitani. De Cosmo è prevalentemente pittore di figura, che riesce felicissimo nella delineazione di corpi, che, a loro volta, divengono superfici da arabescare ulteriormente con motivi floreali, tra cui l'artista predilige l'immarcescibile tòpos della rosa, emblema di beltà e purezza, ma anche icona del tempus fugiens, da Poliziano a Ronsard.

MOLFETTA MON AMOUR. DIPINTI DI NATALE ADDAMIANO

MOLFETTA MON AMOUR. DIPINTI DI NATALE ADDAMIANO, 2013.

Il paesaggio di Molfetta è trasfigurato dalla luce serotina come dalla vampa; la città, che sia immersa nell'ansia di un 'avvento notturno', si desti nei "bianchi sogni" dei mattini o sonnecchi nel bacio della canicola, sembra partecipe dell'esistenza sospesa e silente di quelle barche che Addamiano schizza con chiarore innamorato, azzurre nel tratto, perché gravide di memorie marinare e sorelle dell'orizzonte.

TRADIZIONE E REALTÀ NELLA PITTURA DI MICHELE PALOSCIA

TRADIZIONE E REALTÀ NELLA PITTURA DI MICHELE PALOSCIA, in PALOSCIA 1979-2013.

Nella ritrattistica, Paloscia raggiunge esiti di particolar pregio, non esclusivamente formale, realizzando il connubio di realtà e idealità auspicato dal Milizia; egli coniuga, infatti, la precisione fisiognomica e la profondità di penetrazione psicologica di un John Singer Sargent (spontaneo sorge, però, anche l'accostamento tra il ritratto del vescovo di Sutri e Nepi, Girolamo Luigi Crivelli, opera di Giovanni Battista Lampi, e quello, dell'artista molfettese, di don Donato Negro, risalente al 2006) con il potere di rappresentare l'essenza di pescatorielli e anime popolari di Vincenzo Gemito. Esso risalta vivido soprattutto nei volti, in alcuni casi così simili a certi San Giovanni caravaggeschi o ad anziani scolpiti nella roccia, del periodo bergamasco di Sorisole e di certi ritratti molfettesi.

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